Glossario

Telescopi astronomici

TELESCOPIO RIFRATTORE

Questa tipologia di telescopio è costituita da due gruppi di lenti (uno in posizione anteriore e l’altro posteriore) e di un tubo cilindrico, a cui sono affidati compiti diversi.
Il primo, anteriore, è l’obiettivo e ha lo scopo di raccogliere la luce proveniente dall’oggetto che stiamo osservando, iniziando così a formare l’immagine. Il gruppo di lenti posteriore, invece, è l’oculare e ha lo scopo di ingrandire l’immagine dell’oggetto celeste e condurla al nostro occhio.
È il più simile al primo telescopio progettato e costruito da Galileo Galilei. Nei telescopi rifrattori, le immagini astronomiche hanno un ottimo contrasto. Per questo motivo sono generalmente preferiti da chi osserva i pianeti e cerca di visualizzarne i particolari.

 

TELESCOPIO RIFLETTORE

Il telescopio riflettore può essere costruito in vari modelli. Quello con lo schema ottico più semplice è il newtoniano, dal nome del suo inventore Isaac Newton.
Il telescopio newtoniano è composto da due specchi, principale e secondario.
Il primo è posto all’estremità posteriore di un tubo cilindrico e ha il compito di raccogliere la luce proveniente dall’oggetto celeste che si vuole osservare, per poi rifletterne l’immagine, così composta, sullo specchio secondario.
Quest’ultimo è molto più piccolo del primario ed è posto sulla parte anteriore del tubo. È tenuto al centro dell’apertura da un apposito supporto e raccoglie l‘immagine proveniente dallo specchio primario per deviarla verso l’oculare. Questi sono considerati telescopi interessanti anche in funzione del loro peso, molto inferiore rispetto a un rifrattore, e sono indicati per osservare le galassie, le nebulose e il profondo cielo.

DIAMETRO

Il diametro D di un telescopio è la misura di apertura dell’obiettivo ottico, solitamente misurato in millimetri. Questa misura è fondamentale in quanto determina la quantità di luce che l’obiettivo è in grado di raccogliere e la risoluzione che è capace di offrire.

 

POTERE RISOLUTIVO

Il potere risolutivo è, nella pratica, la capacità di distinguere oggetti molto vicini tra loro o molto piccoli. Un telescopio, infatti, può raggiungere una risoluzione massima oltre la quale non può andare.
Questo è dovuto al fenomeno della diffrazione ottica, che pone un limite alla distanza (angolare) minima a cui possono trovarsi due oggetti osservati: oltre questo limite non è più possibile distinguere l’uno dall’altro. Questa distanza minima è direttamente proporzionale alla lunghezza d’onda della luce e inversamente proporzionale al diametro dell’obiettivo.
In altre parole, più sarà grande il diametro dell’obiettivo, tanto maggiore sarà il potere risolutivo. Questo, sostanzialmente, è il più piccolo angolo di separazione risolvibile tra due stelle vicine misurati in secondi arco.

D = diametro obiettivo in mm

 

LUNGHEZZA FOCALE

La lunghezza focale del telescopio è la distanza tra l’obiettivo e il piano su cui si forma l’immagine. È indicata con la lettera F ed è espressa in mm.

 

RAPPORTO FOCALE

Indica il rapporto esistente tra lunghezza focale e il diametro dell’obiettivo.
È espresso graficamente con l’indicazione “f/”.
Più piccolo è il valore, più lo strumento è luminoso.

F = lunghezza focale telescopio
D = diametro obiettivo

INGRANDIMENTO

L’ingrandimento è il rapporto tra la lunghezza focale del telescopio e la lunghezza focale dell’oculare inserito nel telescopio. Dividendo la prima per la seconda, si ottengono gli ingrandimenti. Teoricamente gli ingrandimenti potrebbero essere illimitati, ma esistono dei limiti pratici di utilizzo.

Ft = focale telescopio
Fo = focale oculare

 

CAPACITÀ DI RACCOGLIERE LA LUCE

In ogni telescopio la capacità di raccogliere la luce dipende essenzialmente dal diametro dell’obiettivo; più questo è grande, maggiore è la luce raccolta.

 

MAGNITUDINE

È la grandezza utilizzata per classificare i corpi celesti in base alla loro luminosità apparente. Alcuni esempi: la stella polare ha magnitudine 2,12; il Sole ha magnitudine – 26,86; l’oggetto più debole individuabile solo con telescopi potentissimi ha magnitudine 29. Come si più notare la scala è inversa.

 

OCULARI

Gli oculari rivestono un ruolo fondamentale: ingrandiscono l’immagine formata dall’obiettivo. Sono formati da lenti montate in modo da poter essere inserite in un portaoculare. Si caratterizzano per il diametro oltre che per la focale e lo schema ottico.

 

MONTATURA

La montatura di un telescopio è la parte meccanica, l’insieme, cioè, che sorregge e permette il movimento del tubo ottico in cui sono inseriti lenti e/o specchi.
Per puntare e osservare un corpo celeste è necessario, infatti, che il telescopio si possa muovere in due direzioni. Esistono due tipi di montature: altazimutale ed equatoriale.

 

MONTATURA ALTAZIMUTALE

La montatura altazimutale è la più semplice e permette di muovere lo strumento lungo i due assi principali, direzione verticale (altezza) e direzione orizzontale (azimut). È la montatura solitamente adottata per telescopi di piccole dimensioni utilizzati per osservazione visuale e non per la fotografia astronomica.

MONTATURA EQUATORIALE

Nella montatura equatoriale, le direzioni di movimento del telescopio sono: una parallela all’asse di rotazione terrestre (asse polare) e l’altra perpendicolare a esso (asse di declinazione). È la montatura più usata negli strumenti amatoriali perché, oltre ad avere maggiore stabilità e precisione, consente di inseguire l’oggetto celeste controbilanciando il movimento di rotazione terrestre muovendo il telescopio in una sola direzione (ascensione retta). È la montatura ideale per la fotografia astronomica.

 

CERCATORE

Il cercatore è un piccolo cannocchiale a basso ingrandimento posizionato in parallelo allo strumento principale. Ha il compito di facilitare la ricerca dell’oggetto da osservare in quanto consente di visualizzare una porzione di cielo molto più ampia agevolandone
l’individuazione.

 

LENTE DI BARLOW

Viene inserita nel portaoculari prima dell’oculare. È un moltiplicatore di focale, ovvero un tipo di lente che raddoppia la focale degli obiettivi e, quindi, il fattore di ingrandimento. Prende il nome dal suo inventore, l’ingegnere inglese Peter Barlow.

 

RADDRIZZATORE D’IMMAGINE

È un accessorio che, posto nel portaoculari prima dell’oculare, raddrizza l’immagine capovolta fornita dal telescopio permettendo di effettuare osservazioni terrestri.

 

ADATTATORE PER FOTOGRAFIE

Consente il collegamento meccanico tra il telescopio e la fotocamera.

 

MOTORIZZAZIONE

Motori elettrici collegati ai movimenti micrometrici della montatura che permettono di puntare il telescopio e di annullare lo spostamento nel campo visivo dell’oggetto celeste causato dalla rotazione terrestre.

Caratteristiche tecniche